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PONYO SULLA SCOGLIERA
(GAKE NO UE NO PONYO)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 16 marzo 2009
 
di Hayao Miyazaki, lungometraggio di animazione (Giappone, 2008)
 
Da sempre (si pensi a Lubitsch, Bergman, Kubrick o Woody Allen) esistono autori condannati dal loro stesso magistero al rischio di vedere normalizzato ogni loro nuovo capolavoro. Potrebbe succedere al poeta della distruzione della natura, dell'avidità del potere, dell'innocenza dello sguardo non ancora condizionato dall'età adulta; al grande dell'animazione giapponese che ha saputo tradurre sul filo della matita (nell'era del tutto digitale i film di Hayao Miyazaki continuano ad essere interamente disegnati a mano) la grande tradizione stilistica dei Mizoguchi e Kurosawa.

Lo sguardo di PONYO SULLA SCOGLIERA non è più quello di un adolescente; ma di Sosuke, il bimbetto di cinque anni che dall'alto della scogliera sulla quale vive con la madre libera una pesciolina rossa, rimasta imprigionata nel solito barattolo poco ecocompatibile. È il rifacimento visto nell'ottica del sol levante di La Sirenetta, la celebre favola del danese Hans Christian Andersen; ma nella prospettiva poetica di Miyazaki questa si traduce in un itinerario del tutto particolare all'interno degli abissi marini. Quelli che, per dirla con le sue parole, “interagiscono con le onde in superficie come il nostro inconscio; così che il mare, attraverso una distorsione di spazi e contorni, esula dal proprio ruolo di semplice paesaggio”.

PONYO è allora la storia di quella distorsione spaziale che permette a un film, più lineare e contemplativo di altri suoi precedenti (LA CITTA' INCANTATA o IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL), tutto governato da dominanti cromatiche pastello e da una drammaturgia conseguente, di essere seguito anche da un bambino; ma che non per questo si astiene d'intervenire sull'immaginazione (o sull'inconscio?) dello spettatore adulto, in forza del capovolgimento spaziale, di quell'universo sommerso nel quale affonda il meraviglioso del film. Alla tradizionale presenza anche politica dei personaggi maschili alla quale ci aveva abituato, il cinema del maestro sembra ora predilegere, con grazia e serenità infinita, circondato da vecchi e bambini, la forza dei personaggi femminili.


   Il film in Internet (Google)

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